Ercole Tebano
'A frascère
Collana: Stelle vagabonde
Formato: 15x21 cm
Pagine: 288
Prezzo: € 15
Isbn: 978-88-95952-12-3
Lorenzo Beccati
Niente monete nelle fontane
Francesco Brunetti
Il volo di una piuma
Francesco Brunetti
Strane idee sul volo di una piuma
Francesco Brunetti
Emozioni
Danilo Chiumento
Solitario viaggiatore
Viviane Ciampi
Le ombre di Manosque
Mauro Alfredo Colace
Poesie e prose brevi
Luciano Delucchi
Hammerfest
Antonmaria Graffigna-Marlatto
Pura heredera del día destruido
Elvira Landò Gazzolo
Note e notte
Elvira Landò Gazzolo
Note e notte 2
Letizia Panarello, Francesco Chierici
La musica dentro
Luca Scaramuccia
Memorie di una realtà sintetica
Giancarlo Taggiasco
Il pianto e il riso delle quattro stagioni dell'anno
Giancarlo Taggiasco
Lode alla vita
Ercole Tebano
'A frascère
Ercole Tebano
'A frascère
Poesie dialettali tarantine
L'intera produzione poetica di Ercole Tebano raccolta in 'A frascère nasce dalla passione per il vernacolo tarantino ereditata dal padre Liborio, al quale, insieme con il fratello Armando, è dedicato il volume. Nel 1969, a seguito delle molte richieste di affezionati al vernacolo, l'autore raccoglie le precedenti opere (A' 'ssute n' 'otre, Nizîarije, Miskulanze e poesie sparse) con il proponimento principale di "fare cosa gradita, per gli anni futuri, agli studiosi del folclore tarantino nella ricerca dei vocaboli del passato perché con il progresso, l'automazione, del dialetto rimarrà solo il suono e tante parole ancora rimaste si perderanno da non essere più ricordate".
Nell'opera trovano grande spazio i ricordi dell'infanzia, i giochi popolari, le grida degli ambulanti ma anche strade, piazzette e vicoli della vera protagonista di tutte le poesie, Taranto, la città dei due mari: raccontata con la nostalgia dell'emigrante.
A quarant'anni dalla scomparsa di Ercole Tebano stampiamo per la prima volta integralmente questa raccolta nella convinzione che sia una testimonianza importante di poesia dialettale e che i proponimenti dell'autore siano ancora attuali.
Ercole Tebano(1911-1970), poeta e autore teatrale, eredita dal padre Liborio la passione per il vernacolo tarantino. Nel 1934, come perseguitato politico è costretto a cambiare lavoro e a emigrare; dai cantieri navali tarantini "Tosi" si trasferisce a Milano e in seguito a Genova, dove è assunto dall'Ansaldo Artiglierie in piena corsa bellica agli armamenti. Durante la guerra diviene partigiano nei SAP (sabotatori) della Valle Seriana dove era stata trasferita la fabbrica dai tedeschi. Rientra a Genova dopo la guerra dove riprende a scrivere poesie e commedie. Ha scritto, sempre in vernacolo, per il teatro 'Na notte de Caped'anne (1936), 'A scise (1957), Jè 'na cagnole!... (1962), Ajè, Janna da Jaculesse!... (1965) e le raccolte di poesie A'ssute n'otre (1932), Nizîarije (1934), Miskulanze (1956).